Valentina Baraghini e Barbara Porcella sono due professioniste che da anni si occupano di disabilità: la mission è quella di rendere accessibile l’informazione, la cultura e l’arte.

Tra le loro opere di accessibilità si annoverano parchi pubblici, siti internet, musei, gelaterie e tanto altro.

Il prossimo lavoro che uscirà con la loro firma è il gioco da tavolo “L’Orco Goloso”, un gioco in CAA che permette la partecipazione di tutti i bimbi.

Ecco la presentazione del gioco.

 

Come funziona il gioco?

L’Orco Goloso è un gioco da tavolo che, ad oggi, funziona su due livelli di accessibilità (motoria e cognitiva) – ma, in futuro, ne sarà aggiunto un terzo più complesso.

  • nel primo livello, si deve compiere un percorso che si potrebbe definire simile a quello del gioco dell’oca; il giocatore tira un dado con le sei facce colorate e si posiziona sulla casella del colore corrispondente. Se incontra un avversario deve combattere un “duello” a sasso, carta, forbice” dal quale, se ne esce vincitore, ottiene delle caramelle; se, invece, perde lo scontro, viene ferito. Alla quarta ferita deve fermarsi un turno;
  • nel secondo livello, più evoluto, oltre al combattimento con gli avversari il giocatore, quando incontra i nemici (rappresentati da un orso, una strega, un mago e un drago), è libero di scegliere se combattere o andare oltre. Il combattimento avviene con dei dadi speciali e anche qui può uscire vincente o perdente. Vince il gioco non chi arriva prima, ma chi arriva alla fine con il maggior numero di caramelle;
  • nel terzo livello, il più complesso e che sarà editato successivamente, tutti i duelli avvengono con delle top trumps; quindi, in questa modalità è necessario riuscire a tenere in mano delle carte o avere un supporto adeguato.

La scelta dei dadi colorati e/o con le immagini è stata fatta per offrire un’alternativa a bambini che hanno difficoltà con i numeri e/o possono avere difficoltà motorie che possono rendere arduo giocare a sasso, carta, forbici con le mani.

Tutte le regole e le modalità di combattimento si trovano sulla tabella in dotazione ad ognuno dei giocatori, sono tutte visive e non necessitano che il giocatore sia dotato della capacità di leggere e scrivere (lo stesso vale per il livello Top Trumps).

 

Come si abbina alla CAA?

La CAA entra in gioco nell’accezione più ampia del termine, nell’uso di immagini per la descrizione delle regole e per la parte di interazione sociale che si trova sul tabellone di gioco.

Quest’ultima riporta in immagini i messaggi che si possono voler dire mentre si sta giocando (come, ad esempio, Ho vinto! Ho perso! Ti sta bene!).

Non tutti hanno la possibilità di parlare o di leggere: per questo motivo, nella cornice del tabellone, sono stati inseriti dei messaggi funzionali al giocatore che sta facendo la partita.

Anche nella tabella del giocatore tutto è stato trasformato in immagine, la persona che non sa leggere può capire le regole guardando le rappresentazioni grafiche.

Ad esempio, vi sono le strisce di immagini che spiegano bene le modalità del gioco “sasso, carta, forbice”. 

 

Come è nata l’ispirazione per questo progetto?

L’ispirazione nasce da alcune semplici considerazioni: spesso si fa giocare i bambini con difficoltà con l’intento di insegnar loro qualcosa (i colori, le emozioni, le forme, i numeri ecc). Queste attività, però, non sono veramente divertenti e sono svolte solo con operatori e specialisti di una qualche riabilitazione.

Volevamo un gioco che avesse come primo obiettivo il divertimento, con la possibilità di apprendere comportamenti e concetti, che naturalmente sono insiti nel gioco, come un effetto secondario a cascata.

L’altro obiettivo era consentire a chi ha difficoltà di lettura, cognitive e motorie di giocare con i propri pari, i quali, però, dovevano a loro volta trovare un gioco accattivante non troppo facile da annoiarli. 

L’incontro con un’associazione di Udine, Coccinelle Rosa, che riunisce amanti del gioco da tavolo e del gioco di ruolo, ci ha spinti a tentare l’impresa di crearne uno da zero. 

I soci delle Coccinelle Rosa, poi, lo hanno testato per primi, aggiustando la meccanica di gioco; successivamente abbiamo avuto l’opportunità di essere invitate ad una convention di Federludo (la Federazione italiana di associazioni ludiche) dove abbiamo trovato altri esperti che si sono prestati a testarlo per migliorarlo ulteriormente.

Infine, ad IdeaG di Udine dello scorso anno, abbiamo incontrato molti altri esperti come Luca Borsa e Mauro Longo che ci hanno dato gli ultimi suggerimenti.

 

Quali sono state le principali sfide affrontate nel progettare un gioco accessibile a tutti?

La sfida più ardua era quella di rendere le regole il più possibile visive, quella di non avere nulla di scritto sul tavolo e di inventare un gioco che, immaginandolo in una scatola, possa permettere al genitore di scegliere il livello di accessibilità con il quale giocare.

Infine, quello di avere un gioco che fosse al medesimo tempo facile ma anche strategico e non lasciato completamente all’aleatorietà dei dadi e della sorte.

 

Come è stato testato il gioco per assicurarsi che fosse effettivamente inclusivo e accessibile?

Abbiamo avuto diverse occasioni: lavorando con la disabilità alcuni dei nostri utenti sono stati anche i nostri primi giocatori; infatti, proprio da loro sono arrivati suggerimenti e critiche costruttive che abbiamo già messo in atto.

Un’ulteriore occasione si è presentata durante la Fiera Didacta, dove nello stand di Sapio Life e Feel My Voice (che ha realizzato il primo prototipo), era allestita una postazione di gioco.

Infine, siamo state supportate da alcune mamme che conosciamo personalmente che si sono appassionate all’Orco Goloso come fossero ancora bambine.

 

Quali sono stati i feedback di genitori, insegnanti e bambini che hanno provato questa attività?

Fino ad ora sono stati tutti positivi, quindi pensiamo che dal prototipo si possa passare alla versione definitiva.

Stiamo mettendo a punto il regolamento, che è ciò che più mette alla prova chi realizza un gioco da zero (indipendentemente dai destinatari del gioco).

Anche in questo caso, però, genitori, bambini e giocatori appassionati ci stanno dando preziosi suggerimenti.