Lo scopo principale della Comunicazione Aumentativa e Alternativa è quello di sostenere e supportare la comunicazione e la partecipazione delle persone con bisogni comunicativi complessi (BCC). 

Questo termine deriva dalla traduzione di “Complex Communication Needs” e indica necessità comunicative complesse determinate dall’incontro fra il bisogno di stabilire la comunicazione con gli altri e la particolarità dei modi, delle forme e degli strumenti mediante i quali questo bisogno può essere soddisfatto. 

Una comunicazione efficace è essenziale per lo sviluppo della persona, per la partecipazione sociale, per la cura personale, per l’educazione e per il lavoro.

È una componente essenziale anche per la qualità delle cure e la sicurezza del paziente in ambito sanitario e per la tutela dei propri diritti in contesto legale (ASHA, 2004).

Il National Joint Committee for the Communication Needs of Persons with Severe Disability (National Joint Commitee,1998) ha elaborato la Carta dei diritti alla comunicazione che ribadisce come “ogni persona, indipendentemente dal grado di disabilità ha il diritto fondamentale di influenzare, mediante la comunicazione, le condizioni della sua vita”.

Il contesto educativo, dunque, deve rispondere ai bisogni di tutti i bambini e mettere a disposizione strumenti adeguati che consentono l’apprendimento e l’inclusione scolastica. 

Ecco come la CAA viene implementata in ambito scolastico.

 

CAA a scuola

La scuola è uno dei contesti più importanti nella vita di una persona e rappresenta il luogo privilegiato per lo sviluppo di conoscenze, abilità e competenze cognitive e non cognitive che determinano l’adattamento futuro dell’individuo (Lombardi etal., 2021; Coelho et al., 2020).

Negli ultimi decenni, la ricerca condotta a livello internazionale e nazionale si è occupata di indagare le condizioni di benessere e malessere degli studenti nel contesto scolastico, i loro determinanti e le rispettive conseguenze sugli apprendimenti e sulle traiettorie di sviluppo.

Il Programma per la valutazione internazionale dello studente (Program for International Student Assessment; PISA) definisce il benessere come “la qualità della vita degli studenti relativa a varie dimensioni, compresa la vita nel suo insieme, il benessere personale, scolastico ed extrascolastico” (Lombardi et al., 2021; OECD, 2019).

La Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità (2007) sostiene infatti attraverso l’art.2 che “la comunicazione comprende lingue, visualizzazioni di scritti, Braille, comunicazione tattile, stampa a grandi caratteri; fonti multimediali accessibili come scritto, audio, linguaggio semplice, il lettore umano, le modalità, i mezzi ed i formati comunicativi alternativi e accrescitivi, comprese le tecnologie accessibili della comunicazione e della informazione”.

La scuola, dunque, ha iniziato a modificare e ampliare i sistemi educativi, in relazione ai bisogni sanitari e socioassistenziali dei bambini con bisogni educativi speciali che hanno influenzato i programmi educativi e le modalità applicabili.

L’istituzione si serve sì della diagnosi, che permette dunque di avere una visione clinica, ma essa non è sufficiente senza un’analisi del funzionamento del soggetto – in quanto, soltanto attraverso una visione globale a 360° del bambino si possono trovare modalità educative adeguate ed efficaci.

Partendo dai punti di forza dell’individuo e potenziando le fragilità che esso presenta si possono progettare sistemi di accompagnamento che ne favoriscano la sua autonomia, realizzazione e dignità.

Tutto questo è possibile lavorando in sinergia con i servizi sanitari e familiari che ruotano intorno al bambino.

L’iter a cui fa fede la scuola, per garantire strumenti di comunicazione prevede vari step:

  • la Diagnosi Funzionale (DF); 
  • il Profilo Dinamico Funzionale (PDF); 
  • il Piano Educativo Individualizzato (PEI).

Quest’ultimo viene stipulato ad inizio anno scolastico e prevede la collaborazione di diverse figure che ruotano intorno al bambino, ovvero:

  • l’insegnante di sostegno;
  • le insegnanti di classe;
  • le figure educative di riferimento, o sanitarie e la famiglia.

Questo piano contiene la programmazione didattica ritenuta idonea al raggiungimento degli obiettivi che ci si è prefissati per l’anno scolastico; il PEI deve essere approvato e condiviso da tutti gli attori chiamati in causa, compresa la famiglia e i caregiver.

È indispensabile che la programmazione delle attività sia realizzata da tutti i docenti curricolari, i quali, insieme all’insegnante di sostegno, definiscono gli obiettivi di apprendimento per gli alunni con BCC in correlazione con quelli previsti per l’intera classe. 

 

I sistemi comunicativi

Ad oggi, nel nostro paese più del 2% della popolazione fra 0 e 18 anni è composto da persone con disabilità ed è stato stimato che almeno un quarto di essa presenti disturbi di comunicazione transitori o permanenti, all’interno di quadri diagnostici diversi (Costantino & Bergamaschi, 2005).

Nasce così l’esigenza di aiutare e garantire l’apprendimento a tutti gli individui che presentano una disabilità, così da garantire l’autonomia, la motivazione e l’inclusione.

Tutti gli studenti devono poter avere accesso al programma scolastico e quindi anche gli BBC che usano la CAA devono poter partecipare attivamente alle stesse attività dei loro compagni.

I Sistemi di CAA, secondo questa prospettiva, possono rappresentare un fattore in grado di facilitare la partecipazione dell’individuo alla vita comunitaria, poiché la moltiplicazione delle opportunità comunicative da essi offerta favorisce il superamento dei deficit comunicativi rilevabili in varie disabilità evolutive. (Calculator, 2009; Kennedy, 2010; Enderby, 2013; Light & McNaughton, 2014)

I bambini con bisogni educativi speciali che utilizzano la CAA possono avere a disposizione un comunicatore, esso può essere di diversa natura:

  • cartaceo;
  • alfabetico;
  • dinamico.

Quest’ultimo è caratterizzato da uno schermo ed è dotato di un software all’avanguardia, che consente di creare tabelle comunicative digitali sia alfanumeriche che simboliche, utilizzando qualsiasi tipo di supporto iconografico, materiale fotografico, immagini PACS o simboli.

Dispositivi di questo genere consentono di abbattere le barriere comunicative e permettono ai ragazzi con disabilità di poter apprendere concetti più o meno semplici che vengono trattati in classe.

Seguire una lezione, analizzare un testo rispondere a dei quesiti è sicuramente fondamentale ai fini scolastici ma anche dal punto di vista emotivo, psicologico e sociale.

In tal modo i soggetti che utilizzano la CAA potranno sentirsi parte integrante della classe e apprendere nuove forme di comunicazione ugualmente efficaci e gratificanti.

La scarsa comprensione dell’approccio di CAA porta alla non condivisione degli ausili comunicativi e ad un mancato coinvolgimento della classe, influendo così sulle potenzialità sociali dell’alunno.

Risulta, dunque, fondamentale non solo fornire strumenti comunicativi, ma anche formare e informare il personale scolastico sul funzionamento di tali strumenti.

La conoscenza di tali dispositivi permette di sviluppare o aumentare le abilità linguistiche e cognitive dei bambini e ragazzi che presentano Bisogni Comunicativi Complessi.

Promuovono la conversazione e la condivisione delle proprie esperienze ed opinioni con i pari e favoriscono l’autonomia e l’inclusione scolastica.

Un esempio di strumento pratico nato dalla collaborazione tra scuola e sanità e attualmente utilizzato è School Book : un libro digitale in Comunicazione Aumentativa Alternativa che può essere installato su qualsiasi PC, tablet o lavagna interattiva. Esso permette il raggiungimento degli obiettivi menzionati precedentemente in chiave tecnologica.

Attualmente la ricerca e la scuola hanno fatto sicuramente notevoli passi in avanti per garantire il diritto dell’istruzione ai bambini con bisogni educativi complessi, tuttavia, c’è ancora molto da fare soprattutto nell’informazione e nella formazione di questi strumenti.