I disturbi della comunicazione e del linguaggio possono interessare sia l’età evolutiva che l’età adulta; cerchiamo di capire, dunque, come la comunicazione aumentativa alternativa, detta comunemente CAA, può essere un valido strumento per aiutare e supportare la comunicazione nelle patologie che riguardano le persone che hanno acquisito la disabilità in un secondo momento dell’età evolutiva.

 

La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) in età adulta

La CAA studia e, quando necessario, tenta di compensare disabilità comunicative temporanee o permanenti, limitazioni nelle attività e restrizioni alla partecipazione di persone con severi disordini della produzione del linguaggio o della parola o di comprensione relativamente a modalità di comunicazione orale e scritta (ASHA,2005).

Grazie alla CAA, persone di differenti età, e con patologie diverse, possono beneficiare di strumenti comunicativi che sostituiscono o supportano il linguaggio, quando quest’ultimo può essere deficitario in modo temporaneo o permanente.

Le patologie più comuni in età adulta che richiedono maggiormente l’utilizzo di tale strumento comunicativo sono:

  • patologie neuro-degenerative dell’adulto (tra le più frequenti la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la Sclerosi multipla, Morbo di Parkinson); 
  • disturbi cognitivi e demenza; 
  • afasia progressiva primaria; 
  • gravi cerebrolesioni acquisite (GCA) sia del bambino che dell’adulto; 
  • patologie cerebrovascolari (ischemiche o emorragiche); 
  • malattie del Sistema Nervoso che comportano disabilità neuromotorie; 
  • neoplasie cerebrali.

La CAA può inoltre essere utilizzata in via temporanea, in particolari situazioni (ad esempio: in situazioni di emergenza come nell’intubazione oro/naso-tracheale o nei politraumi in Unità di Terapia Intensiva).

Come detto in precedenza, possono essere diverse le cause che rendono difficoltoso il linguaggio verbale nell’adulto: la patologia più diffusa acquisita in un secondo momento della vita è la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), una malattia degenerativa progressiva a eziologia sconosciuta che coinvolge i neuroni motori dell’encefalo e del midollo spinale (Mitchell e Borasio, 20007). Colpisce le cellule nervose che controllano i movimenti volontari ma non la sensibilità. Dell’80% (Saunders).

In modo differente tutti i soggetti con questi quadri clinici possono presentare disturbi di linguaggio.

Le difficoltà possono essere circoscritte e transitorie, oppure maggiori e durature nel tempo; in ogni caso la CAA può fare da supporto e/o aiuto nella vita quotidiana dei pazienti.

Nei quadri più lievi, le fragilità possono riguardare la difficoltà nel reperire l’etichetta lessicale corretta (trovare il nome corretto dell’oggetto), utilizzare una sintassi non adeguata (le frasi non sono corrette grammaticalmente) o ancora possono presentare difficoltà nell’area semantica (non ricordare la differenza tra divano e poltrona).

Per i soggetti affetti da patologie degenerative occorre, invece, non solo un supporto e un programma riabilitativo, ma un vero e proprio strumento che va a compensare il deficit prodotto

In tal modo, il paziente può continuare a comunicare attraverso software specifici i suoi bisogni e le sue necessità, inoltre, grazie alla tecnologia attuale è possibile modificare tali strumenti a seconda dell’esigenza del paziente e della gravità del quadro clinico.

 

Come funziona?

Da un importante studio di Hart e Risley (1999) è emerso che i bambini con bisogni comunicativi complessi comunicano di meno in tutte le attività sociali, anche perché gli adulti tendono a parlare di meno con bambini con disabilità.

Di conseguenza, trovare uno strumento comunicativo risulta estremamente utile e necessario per abbattere delle frontiere.

La difficoltà di relazionarsi con l’altro in diverse occasioni sociali è altamente riscontrabile anche nel mondo degli adulti affetti da patologie riguardanti il mondo della comunicazione.

Spesso tale disturbo è comparso successivamente e quindi entra in gioco anche una componente emotiva.

Attualmente esistono diversi sistemi Comunicativi che danno agli individui che utilizzano la comunicazione aumentativa alternativa la possibilità attraverso software e sistemi informatici all’avanguardia di veicolare messaggi linguistici in modo più rapido ed efficace. 

Essi consentono non solo la comunicazione ma un vero e proprio supporto e scambio in tutti i contesti.

I comunicatori simbolici più comuni in commercio, detti più comunemente VOCAs (Vocal Output Communication Aids) sono dispositivi elettronici portatili che permettono la registrazione di messaggi vocali con l’obiettivo di favorire la comunicazione. Esistono diverse tipologie, si differenziano per lo più per la memoria, i livelli, la capacità di registrazione e l’interfaccia.

I dispositivi utilizzati possono essere:

  • elettronici, permettono dunque di registrare un messaggio vocale e riprodurlo attraverso un pulsante, alfabetici;
  • dispositivi che consentono di scrivere tramite una tastiera un messaggio, oppure di inviarlo tramite la sintesi vocale;
  • comunicatori dinamici, che tramite software installati sul pc o smartphone consentono di visualizzare lettere, parole, o immagini e creare il messaggio verbale. Essi possono essere utilizzati attraverso dei dispositivi di puntamento (touch screen, puntamento oculare) o tramite sensori con tecnica a scansione.

I software che vengono usati nella comunicazione aumentativa alternativa prevedono la possibilità di creare delle tabelle che contengono contenuti comunicativi specifici e del tutto personalizzabili, così da poter soddisfare le esigenze di ogni singolo utente.

 

Interventi riabilitativi e ausili della CAA per gli adulti

L’obiettivo della comunicazione aumentativa alternativa è quello di migliorare la vita dei soggetti affetti da quadri clinici più o meno complessi e favorire la comunicazione in tutti gli ambiti del soggetto.

Uno strumento, insomma, che aiuti a parlare attraverso immagini, suoni e tastiere più o meno all’avanguardia a seconda dell’esigenza personale del soggetto.

Affinché ciò sia possibile, è necessario effettuare in primis un percorso valutativo con personale medico qualificato; logopedisti, neurologo, fisiatra ecc. Il team può individuare i punti di forza del soggetto e le aree compromesse.

Stilerà un piano riabilitativo personalizzato in cui bisognerà tener conto di vari fattori:

  • età, patologia, patologie associate ecc;
  • intenzionalità comunicativa;
  • motricità;
  • supporto familiare.

Queste informazioni sono necessarie per individuare lo strumento più idoneo e funzionale per il soggetto. Successivamente verranno prescritti dei percorsi riabilitativi mirati dove si lavorerà sul linguaggio verbale dove possibile con il supporto delle CAA o sull’utilizzo di essa in modo efficace sia nel setting terapeutico che familiare.

I caregiver hanno un ruolo cruciale in questo tipo di intervento e vengono informati, supportati e guidati nell’utilizzo del dispositivo comunicativo scelto.

La comunicazione aumentativa alternativa è un ottimo strumento non solo per garantire una vita dignitosa ai soggetti che presentano difficoltà nell’area comunicativa, ma anche ai fini riabilitativi, in quanto può velocizzare il recupero di alcune funzioni o supportare un lavoro riabilitativo.

Devono essere previste rivalutazioni perché possono cambiare le abilità cognitive, le condizioni fisiche e i bisogni e quindi occorre modificare strategie, strumenti e ridefinire gli obiettivi dell’intervento