Sindrome dell'X Fragile: sintomi e come si diagnostica
Mauro Colangelo
Aggiornamento - 10:23 del 13/06/24
Indice
La Sindrome dell’X Fragile, conosciuta anche come sindrome di Martin-Bell, è una malattia genetica rara che coinvolge il cromosoma X.
È stata descritta per la prima volta nel 1943, ed è caratterizzata da un ritardo globale dello sviluppo con difficoltà cognitive e comportamentali e una vasta gamma di sintomi associati.
Costituisce la principale causa di disabilità intellettiva di tipo ereditario e la seconda causa di disabilità intellettiva su base genetica dopo la sindrome di Down.
Ecco in cosa consiste, nel dettaglio, la sindrome dell’X Fragile, quali sono i sintomi caratteristici, come viene diagnosticata e quali sono le terapie.
Cos’è la sindrome dell’X Fragile e come si diagnostica
La Sindrome dell’X Fragile prende il nome dalla caratteristica fragilità del cromosoma X, dovuta all’alterazione (anomalia o mutazione) del gene FMR1, localizzato sul braccio lungo del cromosoma X (Xq27.3) che visto al microscopio elettronico appare rotto o “fragile”.
Il coinvolgimento del cromosoma X è il motivo per cui questa sindrome colpisce prevalentemente gli uomini, dato la loro configurazione cromosomica XY, ossia hanno un solo cromosoma X, con un’incidenza stimata di circa 1 su 4000 maschi e di circa 1 su 8000 femmine.
Nello specifico, la mutazione genetica responsabile porta a una produzione insufficiente di una proteina chiamata FMRP, che è essenziale per lo sviluppo delle sinapsi, ossia delle connessioni fra i neuroni e pertanto essenziali per il corretto funzionamento del cervello e delle funzioni cognitive.
La mancata o assente produzione della proteina FMRP comporta gli importanti disturbi dello sviluppo neurologico e gli altri deficit caratteristici della sindrome.
La Sindrome dell’X Fragile può essere diagnosticata già in gravidanza attraverso l’analisi del DNA fetale ottenuto tramite villocentesi all’11°settimana di gestazione, oppure tramite amniocentesi tra la 16° e la 18° settimana di gestazione.
La diagnosi dopo la nascita viene effettuata tramite esami del DNA. Viene formulata di solito quando il bambino è in età scolare o nella fase dell’adolescenza e presenta un ritardo psicomotorio aspecifico e/o associato a:
- ritardo nello sviluppo del linguaggio;
- disturbi dell’autismo cui si sommano manifestazioni di aggressività ed irritabilità
- disturbi comportamentali (soprattutto ritiro-difficoltà relazionale);
- familiarità per disabilità intellettiva;
- funzionamento cognitivo ai limiti inferiori della norma, associato a tratti di isolamento.
Quali sono i sintomi dell’X Fragile?
La Sindrome dell’X fragile comporta una disabilità intellettiva e un ritardo nell’acquisizione delle principali tappe dello sviluppo psicomotorio, che nella maggior parte dei casi, è di grado moderato o severo.
Tra i sintomi più comuni ci sono:
- ipotonia (riduzione del tono muscolare);
- disturbi del linguaggio: che possono includere ritardo nel linguaggio, vocabolario limitato, difficoltà di comprensione e utilizzo del linguaggio fino all’assenza totale della parola (in una minoranza di casi);
- problemi comportamentali: come iperattività, impulsività, ansia e difficoltà nell’interazione sociale;
- problemi di apprendimento con difficoltà nell’ambito del ragionamento matematico e astratto, deficit di memoria a breve termine, deficit di attenzione e difficoltà nella pianificazione motoria fine;
- disturbi del sonno.
Nel 25-30% dei casi emerge un’associazione con i Disturbi dello Spettro Autistico, con comportamenti caratteristici come:
- lo scarso contatto oculare;
- il comportamento ripetitivo;
- la presenza di stereotipie;
- la difficoltà nei cambiamenti della propria routine e/o dell’ambiente e ansia;
- frequenti i comportamenti autolesionistici.
Generalmente, i bambini affetti da Sindrome dell’X fragile mostrano propensione alla socializzazione, ma possono incontrare delle difficoltà nell’interazione con gli altri, il che può renderli timidi e ansiosi nei contesti di gruppo.
La Sindrome dell’X fragile nelle donne si manifesta attraverso sintomi più lievi, dove circa il 25% delle donne affette mostra difficoltà d’apprendimento.
Inoltre, i problemi comportamentali tendono a manifestarsi in forme diverse tra i due sessi: mentre nei maschi si osservano spesso comportamenti iperattivi, nelle femmine prevale spesso un carattere timido e introverso, accompagnato da ritiro sociale e talvolta da sintomi d’ansia.
Nelle femmine è frequente l’insufficienza ovarica e la comparsa della menopausa prima dei 40 anni.
Altri sintomi associati alla Sindrome dell’X Fragile sono:
- ipoacusia (diminuzione dell’udito);
- epilessia (che generalmente scompare nell’adolescenza);
- macrorchidismo (nei maschi);
- disprassia (difficoltà a compiere gesti coordinati e diretti ad un determinato fine).
Inoltre, durante la pubertà, soprattutto i bambini di sesso maschile possono presentare, in maniera più o meno evidente, alcuni tratti somatici tipici, come:
- macrocefalia;
- viso stretto e allungato;
- fronte alta e prominente;
- mandibola prominente;
- orecchie ampie e sporgenti;
- palato ogivale.
Quale terapia seguire per la sindrome dell’X Fragile
La presa in carico della sindrome dell’X Fragile richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge diversi professionisti del settore medico e terapeutico, al fine di garantire un trattamento completo e personalizzato per il paziente.
La terapia si concentra principalmente sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento delle abilità cognitive, linguistiche e motorie.
Un aspetto cruciale della terapia è la presa in carico precoce, che può contribuire significativamente a massimizzare il potenziale di sviluppo del bambino. In questo contesto, sono previste diversi tipi di trattamento:
- neuropsicomotricità/terapia occupazionale: al fine di migliorare le abilità motorie e cognitive, nonché a favorire l’autonomia nelle attività quotidiane;
- fisioterapia: per migliorare la forza muscolare, l’equilibrio e la coordinazione;
- logopedia: per favorire lo sviluppo del linguaggio e delle capacità di comunicazione.
Un elemento importante di supporto per chi vive con la sindrome dell’X Fragile è l’integrazione di dispositivi o ausili di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA).
Questi strumenti sono progettati per migliorare la comunicazione, consentendo alle persone affette di esprimersi in modo più efficace e di interagire in modo più autonomo con gli altri.
Infine, in alcuni casi, viene prescritta una terapia di tipo farmacologica per trattare specifici sintomi associati alla sindrome, come l’epilessia, l’ansia, o l’iperattività.
Aggiornamento - 10:23 del 13/06/24