La Sindrome di Asperger è un disturbo dello spettro autistico (ASD) che influisce sul modo in cui una persona pensa, interagisce e percepisce il mondo intorno a sé.

In questo articolo approfondiremo le caratteristiche principali della Sindrome di Asperger nei bambini, attraverso la comprensione dei suoi sintomi, delle cause e delle opzioni terapeutiche possibili.

 

Caratteristiche della Sindrome di Asperger

Nel 2013, la Sindrome di Asperger è stata ridefinita con l’introduzione della più recente edizione del DSM-5 (The Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) ed è stata inclusa nella categoria più ampia dei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), una classificazione che abbraccia anche l’autismo.

Nonostante ciò, in contesti clinici, il termine “Sindrome di Asperger” continua ad essere utilizzato per distinguere le due condizioni e le rispettive modalità di intervento.

La Sindrome di Asperger, anche identificata dai professionisti come una forma di ASD “altamente funzionale”, presenta sintomi generalmente meno gravi rispetto ad altri disturbi all’interno dello spettro autistico.

 

Come si manifesta la Sindrome di Asperger: i sintomi

La sindrome di Asperger è caratterizzata da uno sviluppo cognitivo e linguistico adeguato all’età.

Tuttavia, i soggetti con Asperger, manifestano dei sintomi (comuni all’autismo) che coinvolgono 3 diverse aree:

Comunicazione

Nonostante il linguaggio appaia il più delle volte fluente risulta “bizzarro” a causa di: 

  • un registro linguistico caratterizzato da piccolissime o assenti variazioni di tono della voce e volume insolito; 
  • una prosodia (intonazione della voce) che spesse volte risulta piana, robotica, cantilenante o infantile; 
  • inadeguata gestione delle pause. 

Inoltre, l’uso delle parole e delle frasi tende a essere ripetitivo, con frasi occasionalmente stereotipate.

Le persone con la Sindrome di Asperger possono concentrarsi su argomenti specifici e parlare ripetutamente di essi, spesso senza considerare l’interlocutore e senza rispettare i segnali non verbali.

Interazione sociale

I soggetti con Sindrome di Asperger hanno difficoltà nell’interazione sociale, mostrando un comportamento poco o non funzionale alla socializzazione, caratterizzato da: 

  • difficoltà a mantenere un contatto visivo
  • difficoltà a rispettare un turno conversazionale
  • difficoltà nel cogliere i segnali non verbali
  • poco interesse verso quello che pensa o esprime l’interlocutore; 
  • interpretazione letterale di ciò che gli viene detto (apparentemente senza cogliere il sarcasmo, l’ironia, i modi di dire);
  • difficoltà nella gestione della vicinanza fisica (che può essere la medesima sia che si tratti di un familiare o di uno sconosciuto). 

Parte di queste caratteristiche sembrano nascere, secondo la letteratura scientifica,  da una difficoltà di base della comprensione della mente altrui e da una scarsa consapevolezza emotiva, con una conseguente difficoltà a riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui. 

Comportamento

Le persone con Sindrome di Asperger presentano dei comportamenti definiti stereotipati, si tratta di comportamenti rigidi, compiuti in maniera ripetitiva e continua senza alcuno scopo o funzione apparente. 

Possono esserci, allo stesso modo, degli interessi rigidi, spesso affini al loro peculiare sistema di funzionamento (come ad esempio interessi legati ai numeri, date, collezionismo, ecc…). 

Inoltre, la loro particolare sensibilità al cambiamento può rendere complessa l’organizzazione e la gestione della giornata per un eccessivo attaccamento a precisi comportamenti di routine. 

Altre caratteristiche della Sindrome di Asperger possono essere:

  • profilo cognitivo disomogeneo, con abilità superiori rispetto alla media dei coetanei in alcuni domini e abilità deficitarie in altri;
  • goffaggine motoria;
  • sensibilità sensoriale, come una maggiore reattività verso suoni specifici, l’intensità della luce, il gusto o la consistenza di alcuni cibi, o certi odori.

Le cause della Sindrome di Asperger

Le cause della Sindrome di Asperger, come molti disturbi dello spettro autistico (ASD), non sono completamente comprese.

Tuttavia, possiamo dire che non esiste una causa unica, ma possiamo parlare di una combinazione di fattori che possono predisporre all’insorgenza del disturbo. In particolare:

  • Fattori genetici: la ricerca scientifica ha individuato diversi geni che sembrano avere un ruolo nell’insorgenza del disturbo. In diversi studi è emersa una ricorrenza familiare (es. genitore-figlio, fratelli o gemelli affetti);
  • Anomalie neurologiche e biologiche: alcune ricerche indicano la presenza di anomalie in alcune aree cerebrali che possono influenzare il modo in cui il cervello elabora le informazioni;
  • Fattori ambientali: come l’esposizione a agenti infettivi durante la vita prenatale, lo stato immunologico materno-fetale o l’esposizione a farmaci o sostanze tossiche durante la gravidanza.

Diagnosi nei bambini e Sindrome di Asperger

Nonostante le prime manifestazioni nei bambini compaiono intorno ai 2-3 anni, la Sindrome di Asperger si diagnostica nella prima infanzia, ovvero nella fase di scolarizzazione, momento in cui le richieste sociali e comportamentali diventano più complesse. 

La diagnosi della Sindrome di Asperger si avvale di un’equipe multidisciplinare e prevede diversi step, tra cui:

  • Osservazione e analisi approfondita dei comportamenti del bambino in diversi contesti;
  • Raccolta di informazioni da parte dei genitori o caregiver attraverso interviste semi-strutturate o questionari;
  • Test standardizzati che valutano le diverse aree di sviluppo del bambino. 

Tutte le informazioni e i dati vengono poi confrontati con i criteri diagnostici del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) per confermare la diagnosi.

 

Terapie e cure per la Sindrome di Asperger

Non esiste una cura specifica per la Sindrome di Asperger. Bensì degli interventi mirati e variabili a seconda delle caratteristiche di ciascun bambino.

In linea generale, il trattamento per la Sindrome di Asperger, comprende:

  • Interventi psicoeducativi di gruppo, con l’obiettivo di promuovere le competenze socio conversazionali, di reciprocità socio emotiva e il riconoscimento degli stati mentali;
  • Terapia logopedica, con l’obiettivo di migliorare le capacità comunicative come ad esempio la prosodia e la comprensione letterale del discorso;
  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che si concentra sulla gestione dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti ripetitivi;
  • Analisi del comportamento-applicato (ABA), che mira a sviluppare abilità sociali, comunicative e di gestione comportamentali attraverso differenti tecniche come l’uso di rinforzi positivi;
  • Parent training, ovvero il sostengo e la formazione dei genitori, al fine di fornire adeguate strategie di gestione del bambino in contesti di vita quotidiana.

L’approccio terapeutico varia in base alle esigenze specifiche e al livello di funzionamento di ciascun bambino. 

Un trattamento personalizzato è essenziale per facilitare l’adattamento sociale e promuovere lo sviluppo di abilità, che possono influire positivamente sul successo personale e professionale. 

In quest’ottica, l’intervento precoce è particolarmente importante per massimizzare i benefici del trattamento.