La CAA per l'autismo: i metodi applicativi
Sara De Angelis
Aggiornamento - 10:00 del 26/10/23
Indice
La CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) è un insieme di tecniche, strategie e conoscenze utili nel supporto di persone con difficoltà comunicative.
Lo scopo non è quello di sostituire la comunicazione naturale, bensì di incrementarla: l’obiettivo è, infatti, quello di espanderne le capacità attraverso tutti canali a disposizione.
Cerchiamo, dunque, di capire quali sono i metodi applicativi della CAA nell’autismo.
Sistemi AIDED per le CAA nell’autismo
I sistemi AIDED sono approcci di supporto per soggetti che hanno difficoltà comunicative che si basano su dispositivi esterni.
I più utilizzati sono il PECS e i VOCAs.
Il PECS nella CAA
Il Picture Exchange Communication System (PECS) consiste in un sistema comunicativo visivo di facile implementazione utile al soggetto nella comunicazione funzionale e sociale.
In questo approccio si utilizzano immagini di forme e dimensioni variabili, che vengono calibrate in base alle abilità percettive e motorie del paziente.
Si tratta di un metodo educativo strutturato per replicare un approccio naturale in cui è il soggetto stesso a prendere l’iniziativa nella comunicazione – anziché seguire gli indizi verbali dell’interlocutore.
Il PECS, utile a tutte le età e a tutti i quadri di disabilità intellettiva, prevede 6 fasi di apprendimento:
- attraverso la guida di una seconda persona, si insegna al soggetto a consegnare l’immagine di ciò che vuole (ad esempio il suo cibo preferito), assecondando la richiesta;
- lo scambio, poi, avviene anche in contesti diversi dalla casa (come quello scolastico);
- si utilizzano le immagini per stimolare la capacità di scelta tra due o più immagini;
- si insegna a costruire frasi semplici tramite il supporto visivo;
- il soggetto impara ad usare l’immagine per rispondere a delle domande;
- infine, commenta ciò che gli viene detto con l’uso dell’immagine.
Prima di iniziare il programma di insegnamento vero e proprio, la preparazione del materiale è fondamentale:
- stampare le immagini di ciascuna attività (o oggetto) presente nel menù dei rinforzi del bambino;
- procurarsi un quaderno ad anelli (diventerà il “libro della comunicazione”);
- fissare le immagini sul libro.
I VOCAs nella CAA
I Vocal Output Communication Aids (VOCAs) sono ausili ad alta tecnologia dotati di display dinamici computerizzati che producono un messaggio, attraverso una voce sintetizzata, quando il soggetto tocca un simbolo o una parola. Hanno l’obiettivo di supportare la comunicazione aumentativa alternativa del soggetto e renderlo il più possibile autonomo.
Esistono diversi tipologie di VOCAs, la principale differenza è la quantità di messaggi che possiedono e la possibilità di ampliare e cambiare il loro contenuto.
In generale il dispositivo è strutturato per favorire una comunicazione fluida: man mano che il paziente acquisisce nuove parole, i simboli rimarranno nella stessa posizione – facilitando, così, il ritrovamento dello stesso termine.
Il simbolo su schermo può essere attivato attraverso varie modalità:
- tocco diretto;
- puntatore oculare;
- strumento di puntamento.
Questi sistemi ad alta tecnologia possono consistere in specifici dispositivi di comunicazione, come ad esempio il NEWDPAD e il software Dialogo, che sono in grado di svolgere le attività di PECS.
Per i soggetti autistici con difficoltà nei tempi di attesa (e con frequenti comportamenti problematici) è consigliabile l’utilizzo di un sistema ad alta tecnologia come il PODD – in quanto quelli a bassa tecnologia impiegano un tempo superiore nell’elaborazione dei messaggi e quindi una capacità attentiva maggiore.
Acronimo di “Organizzazione Pragmatica in un Display Dinamico”, il PODD è una metodologia che organizza il vocabolario e i simboli utilizzati in dispositivi ad alta o bassa tecnologia, al fine di supportare la comunicazione. La parola prescelta aprirà un collegamento al termine selezionato (ad esempio, “Io voglio bere” sarà collegato alla pagina delle bibite);
Altri dispositivi AIDED
Altri strumenti utilizzabili nella CAA possono essere:
- DTT: sta per “Insegnamento per Prove Discrete” e permette al bambino autistico di avere un maggiore interesse e un apprendimento migliore, inquanto esso impara attraverso prove individualizzate e strutturate in base alle sue capacità.
- programma di supporto alla routine: i supporti visivi possono essere utili per strutturare quello che accadrà durante una giornata (Agende iconiche), o per promuovere l’autonomia illustrando visivamente i passaggi di un’ attività (Algoritmi visivi);
- tabelle di comunicazione: il soggetto indica i simboli contenuti nella tabella per comunicare con gli altri;
- FCT: acronimo di “Training per la Comunicazione Funzionale”, è un insieme di procedure per ridurre i comportamenti problema. Insegna al soggetto una modalità alternativa per comunicare i propri bisogni;
- etichettatura: consiste nel posizionare simboli nell’ambiente, etichettando lo spazio condiviso per facilitare il codice rappresentazionale;
- passaporto: consente ad una persona con difficoltà comunicative di presentarsi, selezionando solo le informazioni fondamentali. Si presenta sotto forma di libricino.
La CAA per l’autismo: i sistemi UNAIDED
All’interno del mondo della CAA per l’autismo, i sistemi di comunicazione UNAIDED non richiedono l’uso di strumenti esterni o attrezzature complesse, ma si basano esclusivamente sull’interazione corporea della persona (ad esempio, il linguaggio dei segni).
Quando si utilizza questo sistema per comunicare con il soggetto autistico, è di fondamentale importanza che tutte le persone coinvolte nel suo apprendimento seguano la stessa procedura per insegnargli i segni – e tutti devono utilizzare le stesse indicazioni.
Queste possono essere standard o personalizzate in base alle capacità del soggetto: stimolare il bambino in modo adeguato sarà fondamentale per ridurre le difficoltà e ampliare il suo repertorio comunicativo.
Quando si selezionano i segni, occorre cercare sempre di utilizzare simboli figurativi, o che assomiglino all’oggetto o all’azione che il bambino desidera comunicare.
Allo stesso modo di qualsiasi altra forma di comunicazione, prima di insegnare al bambino a utilizzare un segno per esprimere una richiesta, è fondamentale assicurarsi che egli desideri effettivamente l’oggetto o l’azione in quel momento.
La parola deve essere sempre associata al segno e all’oggetto: ogni volta che si stimola il segno, ogni volta che il bambino lo produce e ogni volta che il bambino riceve l’oggetto, occorrerà etichettarlo chiaramente per favorire la connessione tra il segno, la parola e l’oggetto rappresentato.
Modalità di insegnamento della CAA
Per essere efficace, la Comunicazione Aumentativa Alternativa deve avere un approccio coinvolgente e pratico, assicurandosi che ogni specifica abilità venga appresa in contesti comunicativi realistici e applicata in situazioni familiari e sociali
Il successo di un buon programma di CAA dipende dalla collaborazione con i partner comunicativi e dalla formazione che ricevono.
Essi dovrebbero:
- fare uso di domande aperte;
- seguire gli interessi del soggetto, rispettarne i tempi e aiutarlo a esprimere preferenze e opinioni;
- utilizzare strategie come pause prolungate nelle interazioni;
- rispondere a ogni tentativo di comunicazione;
- prestare attenzione al proprio linguaggio;
- facilitare la comprensione.
Una formazione efficace per i partner comunicativi dovrebbe includere:
- frequenti incontri con gli operatori responsabili del progetto di CAA, per monitorare l’evoluzione della comunicazione;
- corsi specifici;
- partecipazione alle sessioni di intervento.
In un progetto di CAA, è essenziale identificare uno o più facilitatori responsabili nel sostenerne gli sforzi e promuovere relazioni con diversi partner comunicativi.
La CAA si dimostra efficace solo se, oltre al training diretto al bambino, è condivisa e sostenuta dalla maggioranza delle persone significative per lui, per evitare una divisione tra i vari contesti della sua vita.
Aggiornamento - 10:00 del 26/10/23