Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è uno dei disturbi neurocomportamentali più diffusi in età infantile.

I bambini con ADHD vivono difficoltà legate a disattenzione, iperattività e impulsività, comportamenti che si manifestano in modo più marcato rispetto a quanto ci si aspetterebbe in base all’età e al livello di sviluppo.

Questi sintomi non solo interferiscono con il rendimento scolastico e le relazioni sociali, ma sono anche frequentemente accompagnati da disturbi legati all’apprendimento, alla lingua, alla motricità e alla salute mentale.

La diagnosi precoce e una valutazione attenta sono essenziali per un intervento mirato, che può fare una grande differenza nel percorso di crescita del bambino. L’approccio terapeutico varia in base all’età e comprende principalmente strategie comportamentali, farmacologiche e psicoeducative, ciascuna mirata a rispondere alle necessità individuali del bambino.

L’ADHD si presenta in tre forme principali: impulsivo/iperattivo, inattentivo e combinato. In questo articolo ci concentreremo sul tipo impulsivo/iperattivo, caratterizzato da difficoltà nel controllo degli impulsi e da un elevato livello di attività motoria e verbale (APA, 2013). Questa forma di ADHD è spesso la più evidente, con un impatto significativo non solo sul bambino, ma anche sulla sua famiglia e sugli insegnanti.

 

ADHD Impulsivo/Iperattivo: Sintomi e Caratteristiche

I sintomi dell’ADHD impulsivo/iperattivo si riscontrano in comportamenti che manifestano difficoltà nel controllo degli impulsi e nella gestione dei movimenti.

Questi atteggiamenti, che spesso vengono fraintesi come capricci o disobbedienza, nascondono in realtà sfide profonde legate al funzionamento neurobiologico del bambino. Le manifestazioni principali sono l’impulsività e l’iperattività. 

L’impulsività presenta le seguenti caratteristiche:

  • interruzione frequente: i bambini con ADHD tendono a interrompere conversazioni e giochi, faticando a rispettare i turni. questo è il risultato di una vera e propria difficoltà a trattenere l’impulso di parlare o agire;
  • agire senza pensare: l’impulsività può portare i bambini a compiere azioni rischiose, come attraversare la strada senza guardare, spinti da un bisogno immediato di agire senza considerare le conseguenze;
  • emozioni fuori controllo: la gestione della rabbia o della frustrazione risulta complessa, con episodi che non sono solo momentanei, ma parte di una difficoltà più profonda nel regolare le emozioni;
  • impazienza: la difficoltà nel tollerare l’attesa può manifestarsi in comportamenti di irrequietezza, creando disagio evidente quando si deve aspettare il proprio turno.

L’iperattività, invece, ha le seguenti caratteristiche:

  • movimento costante: il bambino può alzarsi continuamente durante le lezioni o toccare oggetti, avverte un’esigenza inarrestabile di muoversi;
  • difficoltà a stare fermi: in momenti che richiedono calma e concentrazione, come durante lo studio o i pasti, il bambino può avere difficoltà a restare seduto;
  • parlare eccessivamente: il bisogno di esprimersi può diventare opprimente, portando il bambino a parlare in modo continuo, spesso fuori contesto o interrompendo gli altri;
  • irrequietezza fisica: segni evidenti di inquietudine possono includere movimenti continui delle mani o dei piedi.

Sebbene i sintomi di disattenzione, impulsività e iperattività possano manifestarsi separatamente, nella maggior parte dei casi si combinano tra loro, creando un quadro complesso di comportamenti che possono variare di intensità da un bambino all’altro.

La diagnosi di ADHD è, quindi, un processo che richiede una valutazione approfondita, poiché i sintomi si sovrappongono ad altre condizioni psichiatriche o neurologiche, come disturbi dell’umore, disturbi d’ansia o difficoltà nell’apprendimento.

 

Impatto nella vita quotidiana

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) di tipo impulsivo/iperattivo non solo influenza la capacità di concentrazione, ma impatta profondamente sulle diverse aree della vita quotidiana del bambino, tra cui le sue relazioni sociali, l’apprendimento scolastico e la gestione delle emozioni.

 

Sebbene il disturbo possa manifestarsi in modo evidente in alcuni ambiti, altre difficoltà potrebbero non essere immediatamente visibili agli altri, aggravando la frustrazione del bambino e dei suoi caregiver.

I bambini con ADHD impulsivo/iperattivo, ad esempio, spesso incontrano difficoltà nel mantenere amicizie e nelle relazioni sociali.

La loro tendenza a interrompere, a non rispettare le regole e a reagire in modo esagerato può portare a conflitti con i coetanei. Questi comportamenti possono anche influenzare negativamente le dinamiche familiari, creando stress tra genitori e figli.

Sul piano accademico, invece, l’impulsività e l’iperattività interferiscono con la capacità di concentrarsi e completare le attività.

I bambini possono essere facilmente distratti, perdere materiale scolastico o avere difficoltà a seguire istruzioni complesse. Tali problematiche possono condurre a scarsi risultati scolastici e a una ridotta autostima.

Infine, se non individuato precocemente tale disturbo può influenzare anche l’età adulta, contribuendo a difficoltà lavorative, problemi nelle relazioni e un aumento del rischio di disturbi mentali come ansia e depressione.

 

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) richiede un processo diagnostico complesso e multidisciplinare, che coinvolge professionisti esperti come pediatri, neuropsichiatri infantili e psicologi.

Questo processo si fonda su un’accurata valutazione clinica, con l’impiego di diversi strumenti diagnostici.

Tra i principali strumenti utilizzati, troviamo:

  • osservazione clinica: un’analisi approfondita del comportamento del bambino in vari contesti, al fine di identificare modelli di inattenzione, impulsività e iperattività;
  • interviste strutturate con genitori e insegnanti: la raccolta di informazioni da chi interagisce quotidianamente con il bambino permette di osservare la continuità dei comportamenti problematici e la loro manifestazione in ambienti diversi;
  • test standardizzati: l’uso di scale di valutazione, come la conners’ rating scale, consente di misurare l’intensità e la frequenza dei sintomi, aiutando nella definizione della gravità del disturbo e nel monitoraggio del progresso nel tempo.

Questi strumenti, combinati, permettono di ottenere una visione esaustiva e accurata del quadro clinico del bambino, essenziale per una diagnosi corretta e tempestiva. 

Oltre ad una diagnosi precoce e adeguata è essenziale un trattamento efficace e mirato. Le modalità di trattamento nell’ADHD impulsivo/iperattivo sono multimodali e comprendono interventi farmacologici, comportamentali e psicoeducativi:

  • farmaci: i farmaci stimolanti, come il metilfenidato, sono tra i più utilizzati per gestire i sintomi. Essi migliorano la concentrazione e riducono l’iperattività agendo sui neurotrasmettitori cerebrali;
  • psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) aiuta i bambini a sviluppare strategie per controllare impulsi e migliorare l’organizzazione. La terapia può anche fornire supporto emotivo e promuovere l’autostima;
  • interventi comportamentali: questi interventi mirano a creare routine strutturate, utilizzare il rinforzo positivo e insegnare abilità sociali. Ad esempio, tecniche come il token economy possono incentivare comportamenti appropriati;
  • psicoeducazione: educare genitori, insegnanti e il bambino stesso sull’adhd è fondamentale per sviluppare aspettative realistiche e strategie di gestione efficaci.

 

Strategie pratiche per la gestione

La gestione quotidiana dell’ADHD impulsivo/iperattivo richiede un approccio collaborativo tra famiglia, scuola e specialisti.

Ecco alcune strategie pratiche:

Per genitori

  • stabilire regole chiare e coerenti;
  • creare routine prevedibili per aiutare il bambino a sentirsi sicuro;
  • premiare i comportamenti positivi, anche con piccoli incentivi;
  • offrire supporto emotivo, ascoltando e validando i sentimenti del bambino.

Per insegnanti

  • adattare l’ambiente scolastico per ridurre le distrazioni;
  • fornire istruzioni brevi e chiare;
  • utilizzare segnali visivi o verbali per richiamare l’attenzione del bambino;
  • collaborare con i genitori e gli specialisti per monitorare i progressi;

Tecniche di autoregolazione

  • insegnare al bambino a riconoscere i segnali del proprio corpo e a utilizzare strategie come la respirazione profonda per calmarsi;
  • inserire pause regolari durante le attività per permettere al bambino di muoversi;
  • l’esercizio fisico regolare aiuta a ridurre l’energia in eccesso e migliora la capacità di concentrazione. la mindfulness, invece, può favorire la consapevolezza e la gestione delle emozioni.