Secondo lo psicologo Giacomo Stella “nei bambini, i disturbi di lettura tendono a presentarsi associati ai disturbi di scrittura, intesi sia come disturbi di utilizzo del codice ortografico (disortografia), che come difficoltà di realizzazione dei partner motori (disgrafia) e/o associati ai disturbi del calcolo e dei sistemi numerici (discalculia).”

Inoltre, è molto frequente che anche il linguaggio verbale sia interessato da disturbi e questo avviene anche nei casi in cui non vi sia stato un pregresso ritardo nell’acquisizione del codice verbale.

Ecco un approfondimento sulla disortografia.

Come riconoscere la disortografia

È importante considerare il soggetto disortografico in un quadro globale, poiché tale disturbo, molto spesso, è associato ad altre difficoltà; esso può trovarsi in comorbidità con la dislessia e con la disgrafia.

  1. Profumo sostiene che ”il 100% dei soggetti dislessici sono anche disortografici. In essi si osserva una ricaduta più generale sulla capacità di produrre testi scritti e adeguati”. 

Ad oggi sono ancora aperti i dibattiti su tali aspetti, quello che sappiamo però con certezza è l’importanza di osservare il bambino o il ragazzo in questione nelle sue abilità globali.

Si possono individuare dei campanelli di allarme nei soggetti con un’eventuale disortografia e gli elementi da tenere in considerazione sono:

  • la presenza di errori ortografici;
  • la sostituzione di lettere;
  • le inversioni di lettere speculari;
  • la dimenticanza delle regole ortografiche;
  • le separazioni e/o le fusioni di parole;
  • numerosi errori sia nella produzione di un testo spontaneo sia nei dettati. 

Seppur la diagnosi di disortografia può essere fatta alla fine della seconda elementare, è bene osservare già durante i primi anni della scuola primaria eventuali elementi significativi che possono far pensare a una fragilità con vero e proprio disturbo in questo campo.

Ancora una volta, dunque, la prevenzione e l’attenzione in ambito scolastico e familiare risulta fondamentale affinché non si possano presentare dei disturbi secondari.

I sintomi derivati di un soggetto disortografico, ma anche di un ragazzo che presenta un disturbo d’apprendimento, sono:

  • l’insofferenza;
  • la difficoltà attentiva;
  • la difficoltà nella comprensione di un testo;
  • la fuga dal compito o l’evitamento;
  • la presenza di comportamenti non congrui al contesto;
  • reazioni eccessive (rabbia, irritabilità, umore basso).

Molto spesso si riscontra anche insuccesso scolastico e abbandono degli studi

Risulta dunque fondamentale intervenire precocemente attraverso una corretta valutazione funzionale ed eventualmente un percorso riabilitativo.

Un bambino con disortografia generalmente mostra una mancanza di desiderio nella scrittura e i suoi testi risultano abbreviati, con scarsa organizzazione e punteggiatura inadeguata. La sua scrittura evidenzia numerosi errori di ortografia di natura molto diversa. (Torres & Fernández, 2001)

In generale, la caratteristica più comune nei bambini con disortografia è, senza dubbio, il verificarsi di errori di ortografia, siano essi di natura linguistico-percettiva, visivo-spaziale, visivo-analitico, di contenuto o relativo alle regole di ortografia. 

Tuttavia, quando si interviene su soggetti che hanno una diagnosi di disortografia, occorre essere consapevoli che altri aspetti sono coinvolti nell’atto della scrittura e, di conseguenza, è importante lavorare su di essi; gli errori più comuni riscontrabili nei bambini disortografici sono:

  • sostituzioni maiuscolo-minuscolo;
  • mancato uso degli accenti;
  • errori di segmento nell’accapo;
  • mancato utilizzo dell’apostrofo;
  • mancato uso del verbo avere;
  • errori sui suoni dolci e sui suoni duri. 

 

Cause e diagnosi della disortografia

La disortografia può essere riconducibile a due fattori:

  • una forma primaria disortografia di natura morfologica, ovvero che comprende aspetti formali della scrittura a carico dei grafemi e delle parole o grammaticali (delle regole grammaticali);
  • una forma derivata, detta più comunemente disortografia secondaria, conseguente alla disgrafia, in questo caso si possono avere un numero di errori ortografici durante la scrittura in assenza di altre cause.

Per la diagnosi di disortografia è possibile rifarsi ai criteri per la dislessia, con opportuni accorgimenti: in particolare, per la valutazione, si ripropone (in analogia con la lettura), il riferimento a materiali linguistici rappresentati da parole, non-parole e brano, ma si ricorda che il caso della scrittura è più variegato e può includere altri tipi di prove che, per una più sicura diagnosi, dovrebbero essere incluse. 

In particolare, bisogna tenere in considerazione tali aspetti

  • il dettato ha il problema del dettante e della modalità di dettatura;
  • il dettato di materiale isolato non è in grado di individuare problemi di segmentazione lessicale (es. «ceraunavolta» scritto tutto insieme, «arco baleno» scritto separatamente) perché tipicamente vengono dettate separatamente parole già correttamente segmentate;
  • il dettato di non parole può mettere o non mettere in gioco il problema della percezione uditiva e dell’analisi fonemica, a seconda che la nonparola debba o non debba essere ripetuta dal bambino;
  • dettati lenti non mettono in gioco la richiesta tipica del bambino di scrivere sotto pressione e ad un buon ritmo;
  • i dettati non esaminano il caso fondamentale della competenza ortografica implicato quando il bambino deve scrivere i suoi pensieri. 

Queste considerazioni suggeriscono di usare, se c’è una ipotesi di disortografia, un numero ampio di prove, comprese prove di produzione spontanea.

La diagnosi dei profili di dislessia e disortografia previsti dalla legge 170 89 3.1. prevede l’uso di prove standardizzate che esaminano la competenza ortografica (in alcune delle sue forme principali come, per esempio, nell’espressione scritta e nella scrittura sotto dettato di parole, non-parole e brano).

Le prove devono avere adeguate proprietà psicometriche, in particolare per quanto riguarda la validità, l’attendibilità test-retest e le caratteristiche del campione di standardizzazione.

La diagnosi viene fatta dal neuropsichiatra infantile insieme a un team di professionisti che indaga le diverse aree coinvolte; il primo step è un’osservazione o un colloquio clinico, poi il soggetto verrà sottoposto a degli esami funzionali (attraverso dei test standardizzati) utilizzando scale di secondo livello.

Il neuropsichiatra, ovvero il medico di riferimento, sarà successivamente in grado di determinare una valutazione dinamico funzionale, in modo tale da poter comprendere quale possa essere l’evoluzione del disturbo e il trattamento migliore da mettere in campo.

 

Trattamento della disortografia

Per quanto riguarda il trattamento dei soggetti disortografici, vengono ad oggi utilizzati diverse modalità e metodi. È opportuno individuare contesti di intervento facilitanti che permettano anche di costruire referenti oggettuali e concreti da utilizzare nelle diverse fasi di sviluppo della competenza. 

Risulta fondamentale insegnare strategie di controllo sugli errori prodotti e valutare in maniera sistematica i progressi.

Inoltre, il trattamento non dovrebbe limitarsi a proporre tecniche specifiche, che riducano il deficit, ma affiancare anche una serie di misure compensative per poter avanzare comunque nel percorso di apprendimento, ad esempio:

  • l’uso della calcolatrice per i bambini con difficoltà di calcolo;
  • l’utilizzo di programmi di videoscrittura al computer con correttore ortografico quando si hanno difficoltà ortografiche.

Al fine di realizzare una riabilitazione che porti a dei buoni risultati è necessario identificare in modo preciso l’obiettivo a cui si vuole mirare e utilizzare tecniche e strumenti che possano disporre di dati affidabili sulla loro efficacia

Il metodo derivato dalla neuropsicologia cognitiva consente evidenti vantaggi in questo senso, in quanto analizza ogni funzione cognitiva il processo di apprendimento nelle sue diverse componenti questo permette di impostare un piano di trattamento mirato.

 

BIBLIOGRAFIA
Linee guida per la diagnosi dei profili di dislessia e disortografia previsti dalla legge 170: invito a un dibattito Cesare Cornoldi (Università di Padova) Patrizio Tressoldi (Università di Padova)
Stella G. “i disturbi specifici dell’apprendimento. Aspetti clinici e rieducativi” .F.Angeli, Milano 1996.
Profumo E.” Il bambino dislessico nella scuola dell’obbligo” in Stella G. La dislessia aspetti clinici psicologici e riabilitativi.
Collana Logopedia in Età Evolutiva. L. Marotta Percorsi Di Riabilitazione Ortografia, schede e materiali operativi. SERENA ROSSI, LUIGI MAROTTA, SUSI CAZZANIGA. Erikson