Il termine disturbi specifici di apprendimento, più comunemente riconosciuto con l’acronimo DSA, si riferisce a dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. Tali quadri clinici possono essere tutti presenti oppure presentarsi singolarmente. Un soggetto dislessico, infatti, non per forza è discalculico.

 

Le caratteristiche dei disturbi dell’apprendimento

Le caratteristiche peculiari che definiscono il DSA sono la:

  • Specificità: disturbo che interessa uno specifico dominio di abilità in modo significativo, ma

circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale;

  • Discrepanza: tra abilità del dominio specifico interessato e l’intelligenza generale;
  • Impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e/o per le attività della vita quotidiana 

 

Le difficoltà specifiche di apprendimento sono ad oggi una realtà che suscita sempre più interesse, i dati epidemiologici riportano che circa il 10-20% della popolazione in età scolare presenta difficoltà in tal senso e che nel 3-5% dei soggetti vi è un disturbo specifico di apprendimento: DSA 

Risulta quindi fondamentale fare chiarezza e capire come fronteggiare al meglio queste difficoltà quando vengono riscontrate nei pazienti. Per quanto riguarda l’eziologia anche se la ricerca sulle basi neurobiologiche non ha trovato una causa univoca (probabilmente perché non esiste una causa univoca), vi è un accordo sulla prevalente origine genetico-costituzionale che determina piccole ma significative anomalie nelle sedi cerebrali coinvolte nell’organizzazione delle funzioni linguistico-cognitive della lettura. È tuttavia altrettanto importante sottolineare che l’espressività del disturbo di natura neurobiologica è mediata e modulata da fattori ambientali

Andiamo nel dettaglio sulle tipologie dei disturbi d’apprendimento.

Dislessia

La lettura è un processo che richiede l’attivazione e l’integrazione di vari sistemi linguistici, motori, cognitivi e visivi. Affinché sia possibile leggere una stringa di suoni (una parola) è necessario che tutti i processi sopra indicati funzionino adeguatamente e che ciò avvenga in tempi funzionali.

Il soggetto dislessico presenterà una caduta specifica in tale area, e non sarà abile nell’esercitare quella funzione, accadrà quindi che troverà difficoltoso leggere e comprendere frasi e/o brani più o meno complessi. Avremo una caduta sia nei tempi, il dislessico “è più lento”, sia nella correttezza, commetterà facilmente errori. Quest’ultimi impediscono una lettura fluida e creano facilmente confusione nella comprensione del testo.

Gli errori più comuni sono inversioni, omissioni, aggiunta di lettere, perdita del rigo, dimenticanza del testo e stanchezza. 

Disortografia

La competenza ortografica ci permette di creare e scrivere in modo funzionale e corretto parole, frasi e brani; tuttavia, in alcuni soggetti l’apprendimento di tale abilità può non avvenire o risultare particolarmente difficile.

La persona disortografica presenta errori ortografici persistenti e in diversi contesti.

Quelli più comuni sono l’uso dell’h, i raddoppiamenti, gli accenti e l’inversione di lettere speculari (p-q,b-d,a-o).

Ad oggi la tecnologia, ad esempio il correttore automatico, facilità molto i ragazzi disortografici nella gestione di questa difficoltà.

Disgrafia

La disgrafia va intesa come un disturbo derivante da difficoltà prassiche e di coordinazione e integrazione visuo-motoria. Il deficit non riguarda isolatamente un disturbo visivo o motorio, ma la difficoltà a trasferire informazioni visive al sistema grafomotorio. Quindi, il disgrafico vede ciò che vuole scrivere, ma non sa tradurre in schemi motori quello che percepisce.

Sono molti i bambini che presentano una brutta scrittura, ma non per questo è lecito definirli come aventi un disturbo specifico; riferirsi al termine disturbo di apprendimento significa porre l’attenzione sulle attività di base, cioè quelle abilità di tipo esecutivo e automatizzato, quali scrivere, leggere ed eseguire calcoli, che sono frutto di apprendimenti scolastici; ma questi disturbi celano anche difficoltà minori non sempre evidenti nell’ambito scolastico, come, ad esempio, lievi incertezze linguistiche, spazio-temporali e motorie.

Spesso la disgrafia può essere associata alla disortografia ma talvolta questo disturbo può presentarsi anche in modo isolato.

Discalculia

Con il termine discalculia si intende una difficoltà nel sistema numerico e di calcolo, memorizzare le tabelline, mettere in colonna. Eseguire un’equazione può risultare difficoltoso per i soggetti che presentano tale disturbo. Molto spesso si assiste ad una diagnosi tardiva grazie ai processi di compensazione che vengono messi in capo.

La diagnosi di Discalculia Evolutiva si inserisce all’interno della valutazione neuropsicologica complessiva delle capacità di un bambino e/o ragazzo, che impone di indagare anche le sue abilità cognitive, linguistiche, le funzioni esecutive e le capacità relative agli apprendimenti di base della lettura e della scrittura. Solo un’indagine completa, infatti, può consentire di inquadrare un’eventuale Discalculia all’interno di un profilo di disturbo puro, oppure associato ad altri disturbi di apprendimento quali Dislessia o Disortografia, come frequentemente si osserva, o in comorbilità con altri disturbi del linguaggio, delle abilità di coordinazione motoria, di attenzione o altri disturbi.

 

Come si riconoscono i disturbi dell’apprendimento?

 

La diagnosi di DSA (Disturbi specifici di apprendimento) è multidisciplinare, richiede l’intervento del neuropsichiatra che definisce il quadro diagnostico e raccoglie i dati anamnestici, il logopedista e lo psicologo. Quest’ultimi, in base alle loro aree di competenza somministreranno la parte testuale che indagherà l’andamento degli apprendimenti e le abilità cognitive del soggetto.

I Test sono standardizzati ovvero si rifanno ad un punteggio riconosciuto dalla comunità scientifica. La prestazione, per essere ritenuta deficitaria deve essere significativamente al di sotto di quelle ritenute adeguate. Il criterio delle due deviazioni standard è comunemente accettato in ambito sia di ricerca che clinico.

 

Molto spesso le difficoltà di apprendimento sorgono durante la scuola primaria, momento cruciale per i bambini che devono imparare a leggere, scrivere e fare i primi calcoli.

Come accennato in precedenza, con il termina DSA si racchiudono tutti questi disturbi, tuttavia, la diagnosi di dislessia, di disortografia e di disgrafia può essere fatta solo alla fine della seconda classe mentre per quanto riguarda la discalculia bisogna aspettare la fine della terza.

 

Cosa si fa dopo che si riceve una diagnosi di DSA?

Questa è la domanda più comune che un genitore fa ad un professionista del settore.

Risulta fondamentale intervenire in modo tempestivo, per aiutare il bambino ad apprendere in modo adeguato le competenze scolastiche e per evitare una ripercussione sugli aspetti emotivi, relazionali e psicologici.

Molto spesso, quando si hanno fanno diagnosi tardive, il paziente ha attraversato molte difficoltà scolastiche, in quanto non è stato riconosciuto il disturbo e lo studente è stato etichettato come pigro e svogliato, generando nel tempo una bassa autostima e motivazione.

L’obiettivo del logopedista, figura sanitaria che si occupa di aiutare attraverso metodi riabilitativi efficaci, sarà quello di potenziare le aree deficitarie e creare delle strade alternative per apprendere.

Tale professionista avrà il compito di lavorare a stretto contatto con la scuola e la famiglia per assicurarsi che vengano adottate strategie efficaci, inoltre i bambini con DSA potranno seguire un programma personalizzato che gli consentirà di essere dispensati da alcuni compiti e aiutati nelle materie complesse. La modalità e l’intervento riabilitativo è molto variabile in quanto risente della soggettività del paziente.

La prognosi nei disturbi di apprendimento dipende da diversi fattori, sia personali (risorse cognitive del soggetto, compromissione del disturbo, competenze neuropsicologiche, motivazione ecc) che ambientali (supporto scolastico, intervento riabilitativo, gestione familiare ecc).

L’intervento precoce, la riabilitazione e l’uso di strategie mirate risultano comunque fondamentali per garantire la motivazione ed una buona autonomia nello studio.

Fonti e bibliografia:

Consensus Conference Sessione promulgativa – Milano 26 gennaio 2007

SINPIA, 2006

Disturbi specifici di apprendimento G.Stella

Disturbi specifici di apprendimento su base disprattica: la disgrafia. In: La disprassia in età evolutiva: criteri di valutazione ed intervento. Metodologie Riabilitative in Logopedia, vol 12. Springer, Milano

BDE Andrea Biancardi, Christina Bachmann e Claudia Nicoletti

Lucangeli, P. Tressoldi La discalculia evolutiva