Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD): dai sintomi alla diagnosi e riabilitazione
Mauro Colangelo
Aggiornamento - 10:33 del 04/12/23
Indice
La Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) è una malattia genetica rara e degenerativa che colpisce principalmente i maschi.
Caratterizzata da una degenerazione muscolare progressiva, la DMD presenta sfide significative per coloro che ne sono affetti e per le loro famiglie, essendo la più grave fra le distrofie muscolari
In questo articolo, esploreremo gli aspetti chiave di questa patologia, compresi i sintomi, le cause, la diagnosi e le opzioni di riabilitazione.
Che cos’è la distrofia muscolare di Duchenne o DMD
La Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) è una forma di distrofia muscolare, tra le più comuni, che colpisce i principali muscoli deputati al movimento (unitamente alla muscolatura liscia ed a quella cardiaca) causandone l’indebolimento.
La DMD, provocando una significativa alterazione nella struttura del tessuto muscolare, ne determina una distruzione progressiva con sostituzione da parte di tessuto connettivo e fibrotico, perdendo la sua composizione originaria di fibra muscolare funzionale. Ciò determina una compromissione significativa della capacità contrattile del tessuto muscolare.
Coinvolge principalmente i muscoli delle braccia e delle gambe, sia quelli più vicini al centro del corpo (muscoli prossimali) che quelli più lontani (muscoli distali), manifestandosi attraverso una forte debolezza e atrofia muscolare.
Con il suo progredire, la malattia colpisce anche i muscoli respiratori, come i muscoli intercostali, il diaframma e il cuore, con gravi conseguenze sulla funzionalità respiratoria e su quella cardiaca.
Distrofia muscolare di Duchenne: le cause
La Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) è causata da una mutazione genetica del gene DMD (Xp21.2) localizzato sul cromosoma X, responsabile della produzione di una proteina chiamata distrofina, una proteina del sarcolemma.
Questa mutazione genetica porta a una produzione insufficiente o assente della distrofina.
La distrofina svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’integrità strutturale delle fibre muscolari durante le contrazioni muscolari.
Senza una quantità sufficiente di questa proteina, le fibre muscolari subiscono danni durante l’uso normale, portando a infiammazione, degenerazione e sostituzione del tessuto muscolare con tessuto fibrotico.
Distrofia muscolare di Duchenne: trasmissione
La Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) segue un modello di ereditarietà recessiva legato al cromosoma X.
Il che significa che le femmine, che hanno due cromosomi X, sono generalmente portatrici sane, poiché il cromosoma X sano compensa quello affetto dalla mutazione; mentre i maschi, con un solo cromosoma X, sviluppano la malattia se ereditano la mutazione dal genitore portatore.
Infatti, secondo i dati epidemiologici, un maschio ogni 3.500-5.000 nascerebbe affetto da DMD, mentre solo una donna su 50.000 circa sviluppa la malattia (condizione che si verifica quando entrambi i cromosomi X sono mutati nel gene distrofina).
Infine, nonostante sia raro, esiste la possibilità che la Distrofia muscolare di Duchenne si sviluppi immediatamente dopo il concepimento, nel corso dello sviluppo embrionale, a causa di una mutazione spontanea.
In questo caso, si parla di Distrofia muscolare di Duchenne acquisita e non ereditaria.
Distrofia muscolare di Duchenne: i sintomi e la diagnosi
La Distrofia muscolare di Duchenne inizia a manifestarsi generalmente tra i 2 e i 3 anni di età, da questo momento in poi, lo stato di salute del paziente peggiora progressivamente con un rapido avanzamento in età giovanile e una morte prematura (attorno ai 30 anni).
I sintomi peculiari della malattia sono:
- Ritardo nella deambulazione rispetto alla media e successiva difficoltà nel camminare o correre, con una tendenza a inciampare e a mostrare goffaggine;
- La perdita della deambulazione autonoma, che si realizza fra i 6 e i 13 anni, ad un’età media di 10 anni;
- Debolezza muscolare progressiva, che coinvolge inizialmente, le gambe e i fianchi, rendendo difficile per il paziente alzarsi da terra. Si osserva spesso un segno noto come “Gower“, in cui il paziente si arrampica su se stesso, puntellando gli arti superiori e le ginocchia;
- Atrofia Muscolare, ovvero la perdita di massa muscolare, che può manifestarsi anche con l’ingrossamento dei polpacci, noto come pseudoipertrofia;
- Difficoltà negli arti superiori e al collo;
- Deformità spinale: come scoliosi e iperlordosi;
- Contratture e disturbi articolari, causate dalla prolungata immobilità;
In aggiunta, anche se è raro, alcuni pazienti affetti da DMD possono sviluppare nel tempo deficit di natura cognitiva e disturbi comportamentali (come per esempio: dislessia, ADHD o Disturbi dello Spettro Autistico).
Solitamente, durante l’inizio della pubertà, le sfide motorie relative agli arti inferiori diventano così significative che il paziente si trova costretto a utilizzare una sedia a rotelle.
Le complicanze della Distrofia muscolare di Duchenne
Con il suo progredire la malattia può coinvolgere anche i muscoli involontari, portando a una serie di complicanze sistemiche:
- Problemi cardiaci, per il coinvolgimento del miocardio;
- Problemi respiratori, per il coinvolgimento del diaframma e dei muscoli intercostali;
- Problemi gastro-intestinali, per coinvolgimento della muscolatura dell’intestino;
- Osteoporosi, come conseguenza dell’indebolimento muscolare che causa la progressiva immobilità.
Le complicanze cardio-respiratorie rappresentano la principale causa di decesso per i pazienti affetti da DMD, che si verifica, nella maggior parte dei casi, intorno ai 30 anni di età.
La diagnosi della Distrofia muscolare di Duchenne
La diagnosi della Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) richiede un approccio multidisciplinare e si basa su diversi criteri clinici e diagnostici.
I seguenti passaggi sono fondamentali per identificare la presenza della malattia:
- Anamnesi familiare e clinica, ovvero l’esame obiettivo che consiste nel raccogliere informazioni dettagliate sulla storia familiare, specialmente per individuare eventuali casi precedenti di DMD o di portatori sani.
- Esame fisico, per valutare la presenza di segni caratteristici, come la pseudoipertrofia muscolare, e la debolezza muscolare;
- Esami del sangue, per misurare i livelli di creatinchinasi (CK), che di solito nei pazienti con DMD è dalle 100 alle 200 volte più elevata rispetto al normale;
- Biopsia Muscolare, per esaminare il tessuto muscolare al microscopio e confermare la presenza di anomalie caratteristiche della DMD e la completa assenza di distrofina;
- Indagini Strumentali, come la risonanza magnetica o l’elettromiografia, per valutare ulteriormente lo stato muscolare e confermare le anomalie.
- Test Genetico per individuare mutazioni nel gene della distrofina, che di solito conferma la diagnosi.
Distrofia muscolare di Duchenne: la riabilitazione e la terapia
Ad oggi, non esiste una terapia specifica in grado di curare la Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD).
I pazienti possono beneficiare di una serie di trattamenti mirati ad alleviare la sintomatologia, ritardare l’insorgenza delle complicanze più gravi e prolungare la loro aspettativa di vita, contribuendo così a un miglioramento complessivo della qualità di vita.
La riabilitazione gioca un ruolo molto importante, attraverso trattamenti di:
- Fisioterapia: essenziale per mantenere la mobilità e prevenire la deformità muscolare. Gli esercizi specifici mirano a rafforzare i muscoli ancora funzionanti e a migliorare la flessibilità articolare.
- Terapia occupazionale: si concentra sullo sviluppo di abilità pratiche per affrontare attività quotidiane come vestirsi, mangiare e gestire la propria igiene personale.
Inoltre, per facilitare il mantenimento della mobilità, ci si avvale di ortesi e ausili: come sedie a rotelle, tutori e altri dispositivi, che vengono prescritti in base alle esigenze individuali.
- Terapia farmacologica: alcuni farmaci possono essere prescritti per gestire sintomi specifici o rallentare la progressione della malattia (come la terapia corticosteroidea). Il trattamento è personalizzato in base alle esigenze del paziente.
In ultimo, e da non sottovalutare è il supporto psicologico, essenziale sia per il paziente che per la sua famiglia. Un adeguato sostegno psicologico può aiutare ad affrontare lo stress e a sviluppare strategie per mantenere una prospettiva positiva.
La gestione della Distrofia Muscolare di Duchenne (DMD) richiede un approccio collaborativo che coinvolge attivamente il paziente, la sua famiglia e un team multidisciplinare di professionisti della salute.
L’obiettivo primario è massimizzare la qualità di vita del paziente e affrontare in modo completo e personalizzato le sfide legate a questa complessa condizione medica.
Aggiornamento - 10:33 del 04/12/23