La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) è un approccio che fornisce metodi comunicativi alternativi a coloro che presentano deficit cognitivi e a chi, a causa di patologie, è privato della comunicazione verbale e/o orale.
La CAA si avvale di strategie e strumenti impiegati sia in contesti clinici che domestici, che mira ad aumentare o a compensare il linguaggio verbale.
Scopriamo, più nel dettaglio, di cosa si tratta e in quali ambiti e modalità si ricorre all’uso della CAA.

Cos’è e in cosa consiste la CAA?

La CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) è un insieme di strategie e strumenti che ha l’obiettivo di migliorare e potenziare il linguaggio verbale.
Questo approccio utilizza principalmente programmi basati su sistemi di scrittura in simboli e/o immagini, capaci di sviluppare le abilità comunicative del soggetto; proprio per questo motivo, gli strumenti in questione sono visti come supporto ad un vero e proprio desiderio di comunicare da parte della persona.
La forma di comunicazione può variare, l’importante è che il destinatario comprenda l’intenzione e il significato del messaggio. Partendo da questa base, dunque, occorre sottolineare che non esiste un approccio standard per l’utilizzo della CAA, ma cambia a seconda della persona che ne ha bisogno.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa avviene, principalmente, attraverso:

  • gesti;
  • linguaggio dei segni;
  • voce;
  • immagini e supporti visivi;
  • dispositivi che generano parole vocalizzate;
  • linguaggio del corpo.

Questi strumenti permettono di suddividere la CAA in due categorie:

  1. comunicazione senza supporto, ovvero priva di strumenti esterni, che si basa sull’uso di gesti (linguaggio bimodale) e linguaggio del corpo;
  2. comunicazione con supporto, che si avvale di strumenti esterni per comunicare, come sistemi a bassa tecnologia (PECS) e strumenti più avanzati a media/alta tecnologia (come tablet con software dedicati e sintetizzatori vocali).

Come specificato, la Comunicazione Alternativa Aumentativa non sostituisce il linguaggio verbale, ma lo potenzia: per fare un esempio pratico, nel sistema di comunicazione basato su simboli e immagini, questi agiscono come alternativa che accompagna e stimola la comunicazione; il partner comunicativo legge ad alta voce l’immagine, creando così uno stimolo orale in entrata per facilitare, se possibile, anche la produzione verbale in uscita.

La CAA è un campo che coinvolge diversi professionisti e figure specializzate:

  • logopedisti;
  • terapisti occupazionali;
  • educator speciali;
  • tecnici specializzati.

È importante notare che il coinvolgimento di queste figure può variare in base al contesto, alle risorse disponibili e alle esigenze specifiche della persona che richiede la CAA. Pertanto, è consigliabile consultare professionisti specializzati nel campo della comunicazione alternativa aumentativa per ottenere una valutazione e un supporto appropriati.

Come valutare lo strumento di CAA più adatto

Per scegliere correttamente i supporti e le strategie di CAA più adatte al soggetto con disabilità comunicativa, sono necessarie alcune valutazioni per capire quale strumento (a bassa, media o alta tecnologia) si adatta meglio alle sue esigenze.
La scelta verrà concordata dal team di professionisti coinvolti e condivisa con la famiglia, i caregiver o comunque coloro che costituiscono i partner comunicativi.

Le componenti prese in esame sono:

  • età;
  • abilità del soggetto;
  • livello del deficit cognitivo/linguistico/motorio;
  • possibilità di generalizzazione del sistema comunicativo;
  • bisogni comunicativi.

Quali sono gli obiettivi della CAA

Gli obiettivi della CAA possono variare a seconda delle esigenze individuali del soggetto, ma in generale includono:

  • favorire la comunicazione funzionale: l’utilizzo di CAA permette alla persona di comunicare in modo efficace e funzionale. Ciò significa aiutarla ad esprimere i propri bisogni, desideri, opinioni e sentimenti, nonché partecipare a conversazioni significative;
  • potenziare l’autonomia comunicativa: questo approccio mira a fornire alle persone strumenti e strategie che aumentino la loro capacità di comunicare in modo indipendente, fornendo mezzi per esprimersi senza dover dipendere totalmente dalla presenza di un facilitatore o di un interlocutore;
  • sostenere l’inclusione sociale: la Comunicazione Aumentativa Alternativa consente alle persone di partecipare attivamente alla vita sociale e interagire con gli altri. In questo caso, i soggetti possono accedere a una varietà di contesti comunicativi, inclusi quelli familiari, scolastici, lavorativi e comunitari;
  • potenziare le abilità comunicative: la CAA può essere utilizzata come strumento per migliorare e sviluppare le abilità comunicative della persona. Ad esempio, può aiutare a sviluppare la comprensione del linguaggio, l’uso di parole o frasi più complesse e la capacità di partecipare a conversazioni strutturate;
  • promuovere l’apprendimento e l’alfabetizzazione: la Comunicazione Aumentativa Alternativa può facilitare l’apprendimento di nuove parole, concetti e regole linguistiche. Inoltre, può supportare l’alfabetizzazione, offrendo alle persone modi alternativi per leggere e scrivere, adattati alle loro capacità e bisogni;
  • ridurre le frustrazioni e il comportamento problematico: infine, la CAA può aiutare a potenziare l’autostima e la motivazione del soggetto riducendo così comportamenti disfunzionali che compaiono spesso quando la comunicazione è inefficace, consentendo così alle persone di esprimersi in modo più chiaro e adeguato.

Gli strumenti utilizzati nella Comunicazione Aumentativa e Alternativa

La Comunicazione Aumentativa e Alternativa con supporto   è quella che ha mostrato il maggior livello di efficacia in soggetti con disturbo dello spettro autistico.

I sistemi con supporto più accreditati dalla ricerca sono:

  • PECS (picture exchange communication system);
  • Dispositivi di sintesi vocale.

Il PECS consiste in un sistema comunicativo visivo di facile implementazione che allena il soggetto nella comunicazione funzionale e sociale.
In questo approccio si utilizzano immagini di forme e dimensioni variabili, che vengono calibrate in base alle abilità percettive e motorie del soggetto.

Il PECS, che risulta essere adatto a tutte le età e a tutti i quadri di disabilità intellettiva, prevede 6 fasi di apprendimento:

  1. il terapista insegna al soggetto ad esprimere un proprio bisogno e/p desiderio consegnando l’immagine di ciò che vuole (ad esempio il suo cibo preferito),
  2. tale modalità verrà utilizzato in contesti familiari ed extra come quello scolastico);
  3. vengono utilizzate diverse immagini che il soggetto comprende ed utilizza quotidianamente;
  4. si insegna a costruire frasi semplici tramite il supporto visivo;
  5. il soggetto impara ad usare l’immagine per sviluppare uno scambio comunicativo efficace ed adeguato, rispondendo e formulando delle domande;
  6. infine, può ampliare il suo lessico con l’uso dell’immagine.

I dispositivi di sintesi vocale, invece, sono ausili ad alta tecnologia dotati di display dinamici computerizzati che producono una voce sintetizzata quando il soggetto tocca un simbolo o una parola scritta.
La disposizione del vocabolario nel dispositivo è strutturata e programmata per favorire una comunicazione fluida e, man mano che il paziente acquisisce nuove parole, i simboli rimarranno nella stessa posizione, facilitandone così il ritrovamento nel punto in cui il soggetto lo ha imparato.

Altri strumenti utilizzabili nella CAA possono essere:

  • PODD: acronimo di “Organizzazione Pragmatica in un Display Dinamico”, si tratta di una metodologia che organizza il vocabolario e i simboli utilizzati in dispositivi ad alta o bassa tecnologia, al fine di supportare la comunicazione. La parola prescelta aprirà un collegamento al termine selezionato (ad esempio, “Io voglio bere” sarà collegato alla pagina delle bibite);
  • etichettatura: consiste nel posizionare simboli nell’ambiente, etichettando lo spazio condiviso per facilitare il codice rappresentazionale;
  • passaporto: consente ad una persona con difficoltà comunicative di presentarsi, selezionando solo le informazioni fondamentali. Si presenta sotto forma di libricino;
  • DTT: sta per “Insegnamento per Prove Discrete” e permette al bambino autistico di migliorare la comprensione e la produzione di un messaggio;
  • tabelle di comunicazione: il soggetto indica i simboli contenuti nella tabella per comunicare con gli altri;
  • FCT: acronimo di “Training per la Comunicazione Funzionale”, è un insieme di procedure che insegna al soggetto una modalità alternativa per comunicare i propri bisogni riducendo così i comportamenti problema;
  • programma di supporto alla routine: i supporti visivi possono essere utili per strutturare quello che accadrà durante una giornata (Agende iconiche), o per promuovere l’autonomia illustrando visivamente i passaggi di un’attività (Algoritmi visivi).

Ambiti applicativi della CAA

La CAA può essere messa in pratica in una vasta gamma di ambiti, ad esempio:

  • ambito scolastico: supporta la comunicazione degli studenti con autismo o con difficoltà nella comunicazione verbale. Può essere utilizzata durante le lezioni, le attività di gruppo, le interazioni con gli insegnanti e i compagni di classe, nonché per partecipare a progetti e presentazioni;
  • ambito familiare: favorisce la comunicazione tra i membri della famiglia. Aiuta a esprimere i propri bisogni e desideri, partecipare alle decisioni comuni e condividere le proprie esperienze con gli altri;
  • ambito clinico: migliora la comunicazione dei pazienti che affrontano terapie occupazionali, del linguaggio o comportamentali. Può essere integrata nelle sessioni di terapia e diventare parte del piano di trattamento globale;
  • ambito lavorativo: facilita la comunicazione dei dipendenti con autismo o con difficoltà nella comunicazione verbale. Può aiutare a fornire istruzioni, comunicare le aspettative, partecipare alle riunioni e interagire con i colleghi;
  • ambito comunitario: i soggetti possono trarre vantaggi dalla CAA anche in ambienti comuni, come negozi, ristoranti, biblioteche o centri ricreativi. Può essere implementata attraverso segnalazioni visive, schede di comunicazione o dispositivi di comunicazione assistiva.

Un approccio collaborativo tra individui, famiglie, educatori, terapisti e professionisti del settore può aiutare a identificare le modalità più efficaci di implementazione della CAA in ogni contesto.
Per ottenere risultati effettivi, la CAA deve far parte della quotidianità dell’individuo, comprendendo sia ambienti scolastici e luoghi pubblici che il contesto familiare e relazionale: l’intervento di CAA è efficace solo se l’intera rete di supporto collabora e partecipa a questa forma di comunicazione.