L’atrofia muscolare spinale (SMA, dall’inglese Spinal Muscular Atrophy) è una malattia neuromuscolare ereditaria che comporta una degenerazione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale e dei nuclei del tronco encefalico.

I motoneuroni ricevono e trasmettono gli stimoli motori: di fatto controllano il movimento delle braccia, delle gambe, del torace, del viso, della gola e della lingua, e controllano anche l’attività dei muscoli scheletrici.

La SMA, dunque, si caratterizza per una serie di alterazioni muscolari, in particolare debolezza progressiva e perdita della massa muscolare, che comportano limitazione o impedimento dei movimenti, della respirazione e dell’alimentazione.

L’atrofia muscolare spinale si presenta in maniera piuttosto eterogenea, sia per quanto riguarda la comparsa delle manifestazioni cliniche (età di esordio, grado di compromissione muscolare, sede principale dell’interessamento muscolare) che dal punto di vista genetico (il difetto genetico che ne è alla base e la modalità di trasmissione).

Si calcola che colpisca all’incirca 1 neonato ogni 10.000.

Nella maggior parte dei casi, la SMA è causata dalla mutazione o dalla mancanza del gene 1 del motoneurone di sopravvivenza (SMN1), essenziale per la sopravvivenza dei motoneuroni.

Esistono quattro tipi di questa forma di SMA:

  • SMA I, o Malattia di Werdnig-Hoffmann
  • SMA II, Intermedia
  • SMA III, lieve, o Malattia di Kugelberg-Welander
  • SMA IV

Di seguito vediamo i sintomi caratteristici di ciascuna di queste forme cliniche di atrofia muscolare spinale.

Atrofia muscolare spinale: quali i sintomi?

I sintomi variano a seconda della tipologia di SMA da cui il paziente è affetto.

SMA I (o Malattia di Werdnig-Hoffmann o SMA ad esordio infantile): colpisce i bambini fin dalla nascita e solitamente è già evidente prima dei 6 mesi di vita, rendendosi manifesta attorno al 2° o 3° mese.
I sintomi principali sono diminuzione del tono muscolare, debolezza dei muscoli respiratori intercostali con conseguente respirazione addominale, problemi di deglutizione con conseguente difficoltà ad alimentarsi. Si tratta della forma più grave di SMA, con un decorso rapido che incide sull’aspettativa di vita.

SMA II: ha inizio solitamente tra i 6 e i 18 mesi di vita.
I bambini affetti da questa patologia presentano come sintomi principali la debolezza delle gambe e dei muscoli del tronco, l’incapacità di stare in piedi e camminare, un’insufficienza respiratoria cronica, complicazioni ortopediche, come ad esempio la scoliosi.

SMA III (o Malattia di Kugelberg-Welander): i disturbi di questa tipologia, relativamente più lieve rispetto alle altre, compaiono dopo i 18 mesi di vita e comunque entro il periodo dell’adolescenza.
Sintomi principali sono debolezza muscolare delle gambe e dei muscoli pelvici, difficoltà nel camminare o nel compiere alcuni movimenti come correre o fare le scale.

SMA IV: si tratta di un tipo di atrofia muscolare spinale che compare tipicamente in età adulta, perlopiù dopo i 30 anni.
I sintomi delle persone colpite da questa patologia sono più lievi di quelli finora presentati e constano in una debolezza muscolare lieve o moderata, in tremori e in problemi respiratori.

Le cause della SMA

All’origine dell’atrofia muscolare spinale vi è l’assenza o l’alterazione del gene SMN1, responsabile della produzione di una proteina (SMN) fondamentale per la sopravvivenza dei motoneuroni.

Nel 95% circa dei casi, il difetto genetico è rappresentato dalla delezione di un tratto del gene SMN1; nel restante 5% dei casi, invece, questo gene risulta mutato.

L’atrofia muscolare spinale è una malattia trasmessa come carattere autosomico recessivo: si manifesta quando un individuo eredita da entrambi i genitori due copie alterate del gene SMN1. La SMA, dunque, è una malattia che colpisce il nascituro quando entrambi i genitori sono portatori sani di questo particolare difetto genetico: due portatori sani hanno il 25% di probabilità di trasmettere questa patologia a ciascuno dei propri figli.

Come avviene la diagnosi della SMA?

La diagnosi di atrofia muscolare spinale avviene attraverso un esame clinico, durante il quale lo specialista ricerca e valuta i segni caratteristici della malattia.

Successivamente, la conferma diagnostica si ha tramite un test genetico che consente di individuare la presenza del gene difettoso: il paziente viene sottoposto ad un’analisi del sangue volto a ricercare delezioni o mutazioni del gene SMN1.

Trattamento

La ricerca, negli ultimi anni, ha fatto importanti passi in avanti nel campo delle SMA, consentendo di conoscere meglio i meccanismi alla base di questa patologia.

Ciò ha consentito di avviare diversi studi per valutare possibili terapie mirate a prevenire lo sviluppo o a rallentare la progressione di alcune caratteristiche della SMA.

Il primo farmaco studiato per migliorare la sintomatologia dell’atrofia muscolare spinale è stato approvato nel 2016 negli Stati Uniti e l’anno successivo anche in Europa; si tratta del Nusinersen, che si è rivelato particolarmente significativo soprattutto in caso di somministrazione precoce.

Nel 2020 in Europa è stata poi approvata la prima terapia genetica per fornire una versione “corretta” del gene SMN1; nel 2021 è stato approvato dalla Commissione Europea (CE) il primo farmaco (Risdiplam) assumibile direttamente per via orale.

Nel 2021, inoltre, Lazio e Toscana sono state le prime regioni in Italia ad adottare lo screening neonatale per la SMA.

Sebbene le terapie farmacologiche rappresentino l’aspetto più importante del trattamento, ai fini del miglioramento della qualità di vita è consigliabile un approccio multidisciplinare che includa trattamenti fisioterapici, respiratori e di terapia occupazionale.